LO STRUMENTO DEL DISTRETTO DEL CIBO

I Distretti del Cibo, istituiti dal Ministero delle Politiche Agricole (MIPAAF) con la Legge di Bilancio 2017, costituiscono un nuovo modello di sviluppo e di governance per l'agroalimentare italiano.

Nascono infatti per fornire a livello nazionale ulteriori opportunità e risorse per la crescita e il rilancio sia delle filiere che dei territori nel loro complesso. Il modello è finalizzato inoltre a ridare slancio alle esperienze dei distretti rurali già presenti sul territorio nazionale, così come a incentivare la nascita di nuove realtà attraverso la possibilità di accedere a finanziamenti dedicati.

I Distretti del Cibo ambiscono nello specifico a promuovere:

  • nuove forme di aggregazione territoriale tra imprese;
  • favorire lo sviluppo territoriale, la coesione e l'inclusione sociale, favorendo l'integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale;
  • rafforzare la sicurezza alimentare, la diminuzione dell'impatto ambientale delle produzioni e la riduzione dello spreco alimentare;
  • salvaguardare il territorio ed il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.

Il riconoscimento dei Distretti del Cibo avviene attraverso le Regioni e le Province autonome di appartenenza che provvedono alla comunicazione al Mipaaf, che ha istituito il Registro nazionale dei Distretti del Cibo.

Con i Distretti del Cibo è possibile pianificare, su base pluriennale, un sistema integrato di azioni che, grazie alla partecipazione operativa delle imprese, del mondo della ricerca ed altri attori dello sviluppo, possa fornire a tutto il sistema di imprese coinvolto, una serie di vantaggi competitivi sostenibili basati su modalità organizzative fondate su fattori critici di successo strettamente connessi con la vocazionalità del territorio. 

Il “Contratto di Distretto” è il contratto tra il Ministero e i rappresentanti del Distretto, finalizzato alla realizzazione del Programma di Sviluppo.