BREVI CENNI STORICI
In Puglia le prime coltivazioni di uva da tavola risalgono a più di mille anni fa, attestando in particolare il sud est barese come una delle aree geografiche a più alta vocazione vitivinicola della regione.
Nel 1860, a seguito dell’unificazione d’Italia, in Puglia si sviluppava la rete ferroviaria con le tratte Bari-Foggia e Brindisi-Lecce. Con tali infrastrutture era possibile trasportare l’uva dal mercato ambulante al mercato all’ingrosso.
Negli anni ’30, la provincia di Bari ospitava 4.902 ettari investiti ad uva da tavola, dei quali 3.014 (il 61%) di Baresana; il maggior centro nel sud est barese era Adelfia con (370 ha). La coltivazione della nobile coltura viticola di Terra di Bari costituiva una somma d’interessi ragguardevole dai forti riflessi sociali. Si calcola che essa desse lavoro ad agricoltori e braccianti per oltre 500 mila giornate all’anno,
Intorno alla metà del secolo scorso ai ceppi di Baresana si affiancarono, sempre più numerosi, quelli di un altro vitigno dalle nobili ed antiche origini, la Regina bianca, grazie al migliore adattamento al tendone, una forma di allevamento che intanto andava diffondendosi nel sud-est barese. Conosciuta localmente con i sinonimi di Mennavacca e Pizzutella, la Regina è coltivata in Italia da tempi remoti.
LA SUPERFICIE AGRICOLA DELL'UVA DA TAVOLA
L’Italia, con una produzione di circa 1 milione di tonnellate di uva da tavola su una superficie di circa 46.000 ha (Fonte ISTAT - anno 2019), svolge un ruolo leader nell’area mediterranea. La produzione italiana di uve da tavola è incentrata per il 70% in Puglia ed il resto in Sicilia, coste joniche, Basilicata, Abruzzo, Lazio e Sardegna. Nel 2019, in Puglia si è concentrato oltre il 50% della superficie nazionale (23mila ettari su 46mila totali).
La manodopera occorrente per il processo produttivo dell’uva da tavola è di circa 150 giornate lavorative annue per ettaro, per un fabbisogno di manodopera che ammonta a 7 milioni di giornate lavorative annue, ossia a più di ventimila addetti costantemente impegnati nel settore, senza considerare l’indotto.
Nel Sud Est Barese sono presenti oggi 4.000 aziende agricole specializzate nella coltivazione di uva da tavola, con una superficie complessiva di 10.332 ettari ed oltre 1.300.000 giornate lavoro. Il triangolo tra Rutigliano - Noicattaro - Adelfia e l'asse tra Casamassima ed Acquaviva delle Fonti rappresentano le due aree territoriali a maggior vocazione (Fonte ISTAT).
LE VARIETÀ IN CAMPO
La base ampelografica pugliese, sostenuta da diversi vitigni tradizionali mai in realtà scomparsi (Baresana, Regina bianca) è stata caratterizzata da cultivar con seme (Italia, Red Globe, Victoria e Michele Palieri).
Nell’ultimo decennio si è registrato un sostanziale cambiamento nelle varietà di uva da tavola allevate, in particolare abbiamo assistito alla progressiva sostituzione delle cultivar con seme (seeded) a vantaggio delle cultivar apirene (seedless), per seguire le nuove e crescenti richieste dei mercati nazionali ed internazionali (Sugraone, Centennial, Thompson e Crimson).
Negli ultimi anni la coltivazione delle uva senza semi ha visto una crescita importante degli impianti.
I MARCHI DI TUTELA
Dal 2013 in Puglia è presente il marchio di tutela IGP per l’Uva da Tavola. Le varietà interessate sono: Vittoria, M.Palieri, Italia, Regina e Red Globe.
Il sistema di controllo è gestito dalla Camera di Commercio di Bari, che vigila sul rispetto del Disciplinare IGP Uva di Puglia, sul mantenimento delle superfici agricole destinate al marchio IGP, sulle caratteristiche qualitative del prodotto, sui formati di confezionamento e sulla conformità dell’etichettatura alle normative europee di riferimento.
CURIOSITÀ
A Rutigliano si svolge ogni anno la Sagra dell'uva da Tavola. Giunta alla sua 56° edizione, grazie all’impegno del Comitato Civico “Sagra dell’Uva di Rutigliano” e del Comune di Rutigliano. La Sagra è finalizzata a promuovere la produzione di uva tipica del territorio ed attira ogni anno un gran numero di visitatori. Durante la manifestazione enogastronomica è indetto un concorso che ogni anno premia grappoli di qualità o di particolari dimensioni, oltre che le migliori vetrine ed i migliori allestimenti commerciali.
Nel 2020 è stata creata “La carta delle uve da tavola”. Alcuni ristoranti della cittadina pugliese in provincia di Bari offrono ora agli ospiti una carta delle uve da tavola. L’Associazione Bella Vigna spiega, “ogni uva da tavola è il frutto della terra, del clima e soprattutto dell’intreccio di nuove e antiche sapienze dell’essere umano”.
L’obiettivo è quello di promuovere le varietà d’uva coltivate nel sud-est barese, indirizzando il cliente a considerare la croccantezza, il grado brix (il contenuto zuccherino), l’acidità e l’acquosità dei diversi acini, tutti parametri indicati in carta accanto a ogni varietà. La carta messa a punto dall’associazione elenca 20 varietà, ma l’idea vuole essere un punto di partenza per sviluppare iniziative simili anche in altri contesti, come per esempio nel circuito della grande distribuzione, dove spesso chi acquista si trova disorientato