BREVI CENNI STORICI
Originario dell'Asia Minore, il Ciliegio si diffuse in Egitto sin dal VII secolo avanti Cristo e, successivamente, in Grecia (è citato da Teofrasto nel III secolo). Le prime testimonianze della sua presenza in Italia risalgono al II secolo avanti Cristo, quando Varrone ne illustrò dettagliatamente l'innesto. Più tardi, Plinio il Vecchio ne descrisse dieci varietà nella sua "Naturalis Historia".
Il primo documento in relazione alla coltura del ciliegio in provincia di Bari risale al 1648. Nel Libro del Procuratore Generale del Capitolo di San Leone in Castellana vengono descritti i primi acquisti di ciliegie per omaggiare la Signora Badessa del monastero di San Benedetto di Conversano.
LA SUPERFICIE AGRICOLA DELLE CILIEGIE
La Provincia di Bari, da sempre sensibile ai problemi della locale agricoltura, rivolge, ormai da diversi anni, particolare attenzione alla coltivazione del ciliegio dolce per la notevole importanza del comparto nell'ambito dell'economia agricola. La Coltura del Ciliegio, a fronte di un regresso in alcune regioni italiane, ha visto un incremento delle superfici investite nella provincia di Bari pari a 17.000 ettari ed una produzione annua di 30.000 tonnellate.
Si stima che solo il 10% della produzione pugliese di ciliegie è destinato al mercato locale mentre il restante 90% raggiunge i mercati del nord Italia ed europei, quindi di fondamentale importanza è la conservabilità dei frutti.
Conversano è da sempre uno dei comuni, la cui economia agricola si basa proprio sulla coltura del ciliegio. Ben il 40% del territorio agricolo conversanese è rappresentato da ciliegieti, diffusi anche con impianti specializzati.
A Conversano è stata realizzata la più vasta e completa collezione varietale di ciliegio dell’Italia meridionale: un campo collezione di 100 “cultivar” di ciliegio dolce di provenienza nazionale ed estera esteso su una superficie di 4,5 ettari. Con i suoi studi sperimentali su 15 nuove varietà di ciliegie, il Centro contribuisce a dare concreti indirizzi operativi agli agricoltori per elevare produttività e competitività.
LE VARIETÀ IN CAMPO
A seconda della varietà, la polpa assume colorazione e consistenza diverse e passa dal bianco al rosso nerastro, dal tenero al croccante. Il gusto è dolce, mai stucchevole, con punte di acidulo.
Le varietà che prime affiancarono la Ferrovia, ben si adattarono alle condizioni climatiche locali, riscuotendo un ampio gradimento da parte dei cerasicoltori e registrarono un importante successo commerciale.
Si affiancarono nei primi anni ottanta varietà di origine francese “Bigarreau Burlat” e “Bigarreau Moreau”, che nel territorio sono chiamate “Bigarò”.
Subito dopo furono introdotte due varietà che si collocano tra Bigarreau Buralt /Moreau e Ferrovia, denominata localmente “Giorgia” che ben presto finì per entrare a pieno titolo nel ciliegeto di Terra di Bari.
Un'altra varietà canadese è la Lapins, la prima con la caratteristica di essere autofertile e di maturare dopo la ciliegia ferrovia. Una gamma varietale che assicura un calendario di maturazione di quattro settimane circa e che è alla base della consolidata cerasicoltura barese che arriva a detenere il primato nazionale in termini di superfici coltivate e produzioni realizzate.
IL MARCHIO DI TUTELA
La ciliegia locale si trova a dover sostenere la forte competitività delle produzioni extra-europee che vengono immesse sul mercato ad un prezzo al dettaglio più basso e per giunta accompagnate da certificati Global G.A.P.
Una concorrenza non facile da combattere a cui è necessario opporsi con una politica di sostegno al comparto cerasicolo locale e soprattutto attraverso un’adeguata tutela del prodotto e della sua qualità; obiettivi che l’istituzione della IGP “Ciliegia di Terra di Bari” potrebbe senz’altro aiutare a raggiungere.
Nonostante diversi tentativi virtuosi operati negli anni passati, attualmente per la ciliegia pugliese non vi è alcun marchio di tutela comunitario.I principali obiettivi che si prefigge il marchio di tutela sono:
- valorizzare le produzioni ortofrutticole;
- ridurre i costi della filiera;
- promuovere pratiche colturali, tecniche di produzione e di gestione dei rifiuti che tutelino la salute e che rispettino la biodiversità dei nostri ambienti;
- garantire la “qualità totale” dei prodotti commercializzati.
CURIOSITÀ
La leggenda cha da il nome alle Ciliegie Ferroviia narra che il primo albero nacque da un nòcciolo di ciliegie vicino a un casello ferroviario delle ferrovie Sud-Est in Puglia.
L'alberello, nato a pochi metri dai binari fu chiamato “Ferrovì”, perché esso era localizzato lungo il carraio che porta alla Masseria Sciuscio. Da qui, progressivamente, il nome ufficiale è diventato ciliegie ferrovia. Si tratta di sicuro della varietà più ricercata e amata dai cultori della frutta fresca. Chiamate anche “Oro rosso di Puglia”, le prodigiose ciliegie ferrovia si mostrano come dei veri e propri gioielli: grandi, rossi, lucenti, dalla polpa succosa e saporiti. “Per alcuni anni l’albero fu curato dal casellante ferroviario dell’epoca Rocco Giorgio”.
Successivamente si è diffusa sul territorio del sud est barese fino a diventare la principale cultivar del distretto. La principale rassegna locale dedicata alla ciliegia è la “Festa delle Ciliegie Città di Conversano”. L’evento offre da anni un momento di riflessione sull’annata cerasicola in corso e punta alla valorizzazione del prodotto locale. Ogni anno l’appuntamento si ripete nell’ultimo weekend del mese di Maggio con diverse attività espositive, tra cui stand di promozione del prodotto, gastronomia, attività ludiche e di coinvolgimento di scuole, istituzioni e territorio.